Descrizione
Dal Simposio di Platone alle tradizioni festive popolari, dalla mera materia- lità del metabolismo corporeo e della sopravvivenza fisica, alle raffinatezze del buon vivere conviviale, il cibo è sempre stato e continuerà a essere un riferimento cardinale se si vuole dire la gioia, la gioia del pensare, il piacere e la concretezza del vivere.
Ma anche il bisogno dei corpi, il loro attrito con il tempo, il loro confronto con la malattia e, in generale, la finitezza umana e i suoi limiti.
Ecco perché pensare il cibo, e ripensarlo, anche e forse soprattutto nelle situazioni di fragilità parziale o estrema, può diventare un modo umile e concreto di prendersi cura dell’altro, di essere responsabili nei confronti dell’altro e di noi stessi.
Mangiare non è soltanto nutrirsi, ma anche piacere sensoriale, memoria personale, cultura, relazione con l’altro. È necessità di sopravvivenza, ma anche esperienza culturale ed emotiva che riguarda tutta la persona.
Le tappe del viaggio
L’uomo mangia ciò che è – Alessandro Meluzzi
PARTE PRIMA
Teoria e Leggi
L’anziano e la medicina. La biologia dell’invecchiamento – V. Pedone
Consenso informato e nutrizione. Profili legali – L. Degani, A. Lopez,
M. Ubezio
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